Vetrina HomePage - Raccolta capannone Petrolchimico
A seguito di un articolo apparso domenica 22 marzo scorso sulla Nuova Venezia riguardante il caso “Alles” e le approvazioni regionali, sono a chiarire in termini più articolati la nostra posizione in quanto, ovviamente per ragioni di stampa, è stato riportato solo un pezzo del ragionamento che ho sviluppato nella sede del Municipio di Marghera dove era stata organizzata una riunione con la cittadinanza alla presenza degli ex assessori comunali Gianfranco Bettin, Alfiero Farinea, il consigliere regionale Bruno Pigozzo e altri esponenti politici.
Nell’ambito di quella riunione si sono sviluppati un tema ambientale e un tema sulla questione degli impianti SG31 dove l’obiezione posta da molti era quella di riconvertire gli impianti.
Non è possibile far passare di imposizione, come sta facendo la Regione, l’investimento sui forni che dovrebbero bruciare i fanghi prodotti dalle industrie che sono comunque fanghi di natura inquinante, perché dietro questa ipotesi si nascondono ragioni di business visto che nelle more della Regione c’è anche il presupposto di bruciare fanghi provenienti da altri luoghi.
L’intento di questa riunione era quello di dare un’informazione, di prendere una posizione contro la Regione e contro la società Alles. Posso dire che non condivido assolutamente questo tipo di ipotesi, condivido invece il fatto che l’investimento su quegli impianti dev’essere fatto perché quegli impianti, oltre a trattare l’acqua di tutti i processi industriali, potrebbero completare la filiera locale per la gestione delle bonifiche a km zero e a costo zero evitando trasporti di fango o altre sostanze via nave, rotaia o su ruota. Quello che è mancato in questi anni, e che abbiamo sempre come organizzazione combattuto, è la mancanza di trasparenza nelle gestioni, soprattutto da parte istituzionale.
Un pomeriggio lungo, lunghissimo per i lavoratori Zeolite S.r.l., quello trascorso a Venezia in regione, nella sede della stazione ferroviaria. Non più stancante di tante altre giornate passate a distribuire volantini in strada o a gridare con il megafono la propria preoccupazione dalla terrazza dell'azienda, a 40 metri d'altezza. Ma questa volta a tagliare le gambe c'è stato il venire meno della speranza, strappata via dall'atteggiamento della dirigenza Zeolite, di fronte alle proposte di Reckitt Benckiser.
La minore delle aziende dell'ex Mira Lanza, anche dopo l'apertura di Reckitt che ha concesso una nuova perizia delle spese e una rivalutazione dei debiti passati, ha fatto dietro front. Lasciando tutti senza parole. Per Zeolite la cifra chiesta da Benckiser è ancora troppo distante da quanto è disposta a sborsare.
Totale chiusura di Zeolite, anche rispetto ad un primo passo concreto, mosso nella direzione di salvare azienda e posti di lavoro.
Zeolite parla di investimenti insostenibili e rimane ferma nella volontà di condurre la causa contro Reckitt, per il blocco dei camion da questa messo in atto a suo danno, per vendicarsi dei mancati pagamenti per l'uso dei servizi comuni.
Arroccata e determinata sulle sue posizioni, Zeolite sembra perdere di vista l'orizzonte, lo scopo della lunga battaglia portata avanti dai lavoratori. E sembra rendere vani tutti gli sforzi fatti per trovare un punto d'incontro tra aziende, per scongiurare la fine di una produzione, la cancellazione di decine di posti di lavoro.
I dipendenti avviliti si chiedono il perché di questo atteggiamento. Non si danno pace pensando che dopo aver interpellato tutte le istituzioni e aver tentato ogni strada, questo possa essere il risultato della loro tenacia, che non è mai venuta meno. Si domandano come possa il rifiuto della dirigenza per cui tanti anni hanno lavorato, distruggere ora tutti i loro sforzi, i loro sogni e speranze. E a questo punto chiedono a Zeolite di parlare chiaro. Se l'intenzione era già quella di dismettere la produzione, lo si comunichi ufficialmente. E non si lascino decine di persone sopra i tetti e per le strade a combattere per il lavoro, se già è maturata la consapevolezza che non sarà questo il destino di Zeolite S.r.l. di Mira.
Antonella Gasparini
La disputa venutasi a creare in seguito alla “querelle” tra Zeolite Mira e Reckitt-Benckiser è stata portata a termine dal Tribunale di Venezia che ha imposto a Zeolite Mira di pagare le spese per i servizi dati da Reckitt-Benckiser.
Noi come R.S.U. Reckitt-Benckiser non vogliamo e non possiamo entrare nel merito di giudizio di quanto decretato dal tribunale, ci rimane l’amarezza per la vicenda che vede come il solito a pagare soprattutto i lavoratori. La soluzione più rapida ma ingiusta è stata la chiusura del sito produttivo da parte di Zeolite Mira.
Siamo a conoscenza di una disponibilità da parte di Reckitt-Benckiser a trattare il pagamento delle somme arretrate, ma siamo altrettanto a conoscenza che Zeolite Mira nulla sta facendo per rendersi autonoma da un punto di vista energetico.
Molti Lavoratori di tante aziende nel nostro Paese, forse troppe, sono impegnati in vertenze difficili e scontano la mancanza di politiche industriali di riferimento nei vari settori economici, ed una gestione sempre “in emergenza” delle situazioni di crisi.
Tutti i lavoratori di Zeolite e le loro famiglie subiscono l’ennesima delusione perché, a causa di un contenzioso, si indebolisce la speranza di costruire, con la partecipazione dei lavoratori, una via di uscita che non appesantisca la crisi del nostro territorio.
I lavoratori Reckitt Benckiser inviano la loro solidarietà ai lavoratori Zeolite perché possano avere lo spazio dignitoso di ascolto che meritano e soluzione alla loro vertenza.
Chiediamo alle parti e alle forze politiche del territorio di partecipare per una soluzione che favorisca la produzione a Mira e dia ai lavoratori coinvolti una soluzione giusta della vertenza.
R.S.U. Reckitt-Benckiser
OTTIENE RISPETTIVAMENTE IL 46, 63% (15 GLI ELETTI) E IL 45,25% (7 ELETTI) CONSOLIDANDO IL PROPRIO RUOLO DI SINDACATO PIU' RAPPRESENTATIVO. IL 23 E 24 MARZO LE ELEZIONI IN 'FONCER'
Si sono recentemente svolte le elezioni per i rappresentanti dei lavoratori nelle assemblee di "Fonchim" e "Faschim", rispettivamente fondo di previdenza complementare e di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti dei settori chimico-farmaceutico, Gpl, abrasivi, coibenti, minero-metallurgico.
La lista della Filctem-Cgil ottiene una ampia maggioranza relativa di voti e delegati eletti nelle rispettive assemblee dei fondi (46,63% con 15 eletti su 31 totali in Fonchim; il 45,25% con 7 eletti su 15 totali in Faschim). Dopo i successi ottenuti nelle elezioni del 2013 (Fondogommaplastica, Previmoda e Fondenergia) la Filctem Cgil consolida il proprio ruolo di sindacato maggiormente rappresentativo nei settori da essa organizzati e si appresta ai prossimi appuntamenti elettorali per il rinnovo delle assemblee degli altri fondi (Foncer, Pegaso, ecc.).
"Un risultato così importante - commenta in una nota la segreteria nazionale della Filctem-Cgil - per la nostra organizzazione è da ascrivere al lavoro svolto nei territori e nelle aziende dai delegati, dirigenti sindacali e dai candidati delle nostre liste a cui va il ringraziamento di tutta la nostra organizzazione".
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Zeolite S.r.l. è una costola della nota azienda di detersivi, l'ex Mira Lanza della Riviera del Brenta, in gran parte acquistata da una multinazionale olandese: la Reckitt Benckiser. Le 2 sono state tenute insieme, oltre che da relazioni economiche, per l'uso in comune di alcuni servizi di proprietà dell'azienda olandese, fondamentali per tutti i processi di realizzazione dei detersivi: energia, trattamento acque industriali ecc. Ma i rapporti sono andati peggiorando, specie da 3 anni a questa parte.
La multinazionale ha preteso il pagamento di costi sempre più esosi dalla minore, Zeolite S.r.l., per l'uso di quei servizi. Mentre i prodotti acquistati da quest'ultima sono andati diminuendo. Le difficoltà non si sono fatte attendere. E sono state scaricate in buona parte sul lavoro, che ha visto una costante riduzione della manodopera occupata. I dipendenti Zeolite ora sono una quarantina. Il lavoro non manca alla piccola azienda. Poiché la domanda di detersivo in polvere, il suo prodotto di punta è ancora solida, specie sui mercati esteri. Ma stritolata da costi insostenibili, debiti che aumentano nei confronti della multinazionale, dal blocco delle materie prime che Reckitt Benckiser esercita nei suoi confronti, pretendendo il saldo dei conti in sospeso, Zeolite è ormai sul punto di dover chiudere i battenti.
Nel video dipendenti Zeolite e rappresentanze sindacali alla sede della Regione Veneto a Palazzo Balbi, Venezia, dov'è stata presentata la vertenza all'unità di crisi, il 18 marzo 2015.
Sotto: la lettera inviata dalla Filctem Cgil di Venezia al Prefetto della città lagunare, per sollecitare un nuovo urgente incontro, a fronte di una situazione sempre più drammatica dei lavoratori Zeolite S.r.l. di Mira
Mestre, 19 marzo 2015
A Sua Eccellenza Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia
Oggetto: richiesta di incontro urgente
Illustre Eccellenza,
come organizzazione siamo a chiederLe un urgentissimo incontro sulla vertenza Zeolite – Benckiser per la quale già in sede prefettizia si era arrivati ad uno pseudo accordo in cui credevamo fosse delineato un percorso che riusciva a risolvere questa difficile situazione.
A distanza di qualche giorno però, per una serie di motivi a noi sconosciuti, Reckitt Benckiser ha bloccato i camion delle materie prime e la Zeolite, per ovvi motivi, si è fermata.
E’ previsto per venerdì 20 marzo ’15 un incontro in Provincia con l’azienda Vetronaviglio SRL per affrontare le dinamiche che hanno spinto la nostra organizzazione sindacale a proclamare uno stato di agitazione che si è tradotto in quattro ore di sciopero proclamate la settimana scorsa.
Allo stato attuale l’azienda continua a essere latitante sotto tutti i punti di vista, evita il confronto diretto con la Filctem Cgil e preferisce conferire solamente con le maestranze convocandole in riunione.
Aspettiamo con impazienza l’incontro in provincia di venerdì perché abbiamo parecchie cose da chiedere alla signora Solito De Solis Cristina.
Auspichiamo che a quell’incontro ci sia pure la figlia, signora Solito De Solis Bettina, la quale si sta rendendo artefice di illazioni poco formali e che, se appurate, potrebbero metterci nelle condizioni di procedere attraverso l'articolo 28 per comportamento anti sindacale.
Parliamo Di Lavoro @ParliamoDiLavor
RT @filctemcgil: #Salute e #Sicurezza. #Ccnl #Chimica, @soniapa1970: “Nel nuovo accordo è stato importante introdurre il delegato sicurezza…
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RT @cgilnazionale: ⚙️Giornate del Lavoro #GdL2018
Qui gli appuntamenti odierni 👇 https://t.co/BEATLHSMAH
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RT @cgilnazionale: “Se non ripartono gli investimenti pubblici e privati il Paese non riparte. Serve una regia, un intetvento pubblico e l’…
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