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Alla Vetronaviglio di Pianiga i lavoratori in settimana hanno iniziato a protestare restando fuori dai cancelli della fabbrica, in sciopero a turni dalle 6 del mattino. Non li ha fermati il freddo, né la stanchezza. Il loro obiettivo era di mandare un messaggio forte e chiaro: "ora l'azienda ci risponda".
Zeolite Mira, presidio permanente continuo sulle terrazze dell'ex Mira Lanza
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Veritas è una delle partecipate più conosciute e importanti del veneziano. Dal trattamento rifiuti all'acqua, tanti servizi fondamentali del vivere quotidiano sono legati a quest'azienda. Che dà lavoro a centinaia di persone. Addetti specializzati in grado d'intervenire in caso di anomalie sugli impianti che servono migliaia di cittadini, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Ed è a loro che l'azienda ora rivolge richieste rilevanti. Con le quali vengono rivisti alcuni istituti contrattuali precedentemente non messi in discussione. Su alcuni di questi aspetti importanti, come la reperibilità, la flessibilità, il welfare e l'orario di lavoro, molti addetti ritengono che le decisioni unilaterali dell'azienda peggioreranno le condizioni. Senza tra l'altro tenere conto delle differenze non solo fra servizi forniti, ma anche fra zone coperte. Venezia e la mobilità sulla città lagunare, spiegano, è tutt'altra cosa rispetto al miranese.
Per questo attendono con impazienza e speranza di poter avere un incontro con i vertici aziendali. Ai quali comunicare: "non ci siano imposizioni unilaterali. L'azienda è forte e solida. Vogliamo trattare e trovare accordi" Sopra: le interviste ad alcuni lavoratori all'uscita della sede di Mestre
All'intervista che ci è stata rilasciata dal direttore Versalis di Porto Marghera, Luca Meneghin e dal Responsabile del personale, Gabriele Venera, segue il commento scritto di Riccardo Colletti, Segretario Filctem Cgil Venezia:
È sempre stata chiara la nostra opposizione alla chiusura del cracking di Porto Marghera. L’abbiamo manifestata in tutte le sedi istituzionali, anche nell’ultima fase dove si è sancita la sua definitiva chiusura al Ministero del Lavoro.
È singolare questo modo di gestire le relazioni industriali perché non dà certezze ma soprattutto è difficile fare una programmazione industriale quando non si rispettano gli accordi. Per noi la chimica di base è fondamentale per sviluppare anche nuove filiere di chimica verde.
Il 17 febbraio 2015 si sono incontrate la segreteria Filctem Cgil di Venezia e il neo costituito Coordinamento energia petrolio veneziano per discutere della situazione del settore e del territorio.
Il coordinamento esprime preoccupazione per l'andamento delle trattative e il clima che si sta creando attorno ai rinnovi dei contratti nazionali di lavoro a partire dal contratto chimico, tradizionalmente testa di ponte per tutti i rinnovi negli altri settori. E' evidente la reale intenzione da parte di Confindustria di destrutturare la discussione, non solo economica, sui rinnovi contrattuali per indebolire il sistema contrattuale nazionale e spostare sempre più la discussione verso la contrattazione di sito e/o di azienda, mettendo così in grave pericolo le tutele e i diritti dei lavoratori.
L'atteggiamento ormai diffuso di arroganza verso i rappresentanti dei lavoratori si nota ancora di più negli ultimi anni nel confronto con Eni. Ormai sempre più spesso sia a livello territoriale che a livello nazionale le relazioni sindacali sono mere comunicazioni di decisioni già prese dai vertici Eni che permettono alle rsu e le segreterie solo ed esclusivamente accordi difensivi dove ciò è possibile.
Indicativo e grave è il fatto che dal 2012 non si riesca più a parlare di contrattazione di secondo livello nel gruppo Eni e che ad oggi non ci sia nessuna certezza sull'erogazione del premio di partecipazione 2014 e tanto meno una discussione sul prossimo triennio. A tal riguardo il Coordinamento chiede un impegno più deciso alle segreterie nazionale per garantire almeno la discussione sul premio di partecipazione 2014 e l'impegno da parte delle segreterie ad una capillare campagna informativa verso i lavoratori del gruppo sullo stato di difficoltà nelle relazioni sindacali di gruppo. Inoltre, con il cambio al vertice del gruppo Eni e l'arrivo di De Scalzi la discussioni con le OO.SS. si sono praticamente interrotte a fronte di scelte da parte del gruppo di dismissioni importanti nella raffinazione e nelle divisioni Saipem e Diram. Non è possibile che il più importante gruppo italiano chiuda o svenda buona parte del patrimonio industriale italiano con il tacito assenso del Governo e con la chiara ma miope intenzione di fare cassa.
40 POSTI DI LAVORO A RISCHIO
La trattativa tra Zeolite Mira e Reckitt Benckiser sembrava aver preso la giusta strada; dopo l’incontro tenutosi presso la Prefettura di Venezia la soluzione sembrava alla portata e consisteva in un accordo che vedeva Zeolite impegnarsi nel pagamento delle cifre dei servizi comuni richiesti da Reckitt, rateizzando le somme del 2014 nell’anno 2016 e effettuando i pagamenti del 2015 con scadenza regolare.
Nel frattempo Zeolite Mira avrebbe cercato di scollegarsi da Reckitt per i vari servizi comuni, partendo da quelli energetici a quelli più importanti del trattamento delle acque.
Dal Prefetto Zeolite si era impegnata a dare una risposta a tale soluzione entro il giorno 3 di questo mese, ma dalle notizie che ci sono giunte non sembra che la proposta del prefetto sia stata chiaramente accettata dalla stessa azienda o che comunque tale soluzione sia stata legata alla possibilità di avere un lodo arbitrale tra le due aziende.
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