Vetrina HomePage - Raccolta capannone Petrolchimico
Carissime e carissimi, le Segreterie di CGIL CISL UIL di Venezia convocano la 12^ Assemblea provinciale dei delegati aziendali, delle RSU e degli RLS/RLST sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per il giorno venerdì 13 luglio 2018 dalle ore 9.00 presso il Capannone del Petrolchimico a Marghera Venezia. Il titolo di questa 12^ edizione dell’assemblea è “Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro: la gestione oltre l’emergenza”. In un mondo del lavoro, ancora funestato da numerosi incidenti ed infortuni malgrado anni di impegno e mobilitazioni del Sindacato e delle sue rappresentanze, rendere più esigibile la prevenzione sulla base di norme e regole per la salute e la sicurezza sul lavoro deve essere la priorità. CGIL CISL UIL di Venezia ritengono indispensabile continuare a lavorare per rafforzare l’azione sindacale dando voce e autorevolezza alle nostre rappresentanze sindacali (RSU e RLS) nei luoghi di lavoro e nelle occasioni della contrattazione collettiva, nei tavoli negoziali, in particolare sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Considerando l’importante percorso intrapreso a livello regionale da CGIL, CISL e UIL del Veneto con la Regione Veneto, chiediamo a tutte le strutture di CGIL CISL UIL di Venezia, l’impegno a diffondere in tutti i luoghi di lavoro questa iniziativa al fine di garantire la presenza qualificata del maggior numero di delegate e delegati per la riuscita di questa importante assemblea.
"Dopo anni di legislazione del lavoro all’insegna della precarizzazione e della deregulation, il cui prezzo più alto l'hanno pagato le giovani generazioni, siamo di fronte ad un primo – parziale – segnale di inversione di tendenza", afferma Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto.
"Gli allarmismi e le veementi proteste delle organizzazioni datoriali, comprese quelle venete, sulle difficoltà che queste scelte determinerebbero per i lavori stagionali, in particolare nell'ambito del turismo e dell'agricoltura, sono del tutto infondate e strumentali. Le imprese infatti hanno a disposizione tutti gli strumenti legislativi e contrattuali necessari per rispondere alle esigenze di stagionalità e di flessibilità, che il provvedimento non tocca affatto. Anzi, anche in questo campo c'è un eccesso di flessibilità.
Quello che ci auguriamo è che questo primo intervento non venga subito contraddetto dalla reintroduzione dei voucher, che rappresentano in assoluto la forma più estrema di precarietà: il lavoro “usa e getta” che – dati INPS alla mano – non ha mai ridotto quello sommerso ma lo ha anzi allargato sostituendo le forme flessibili contrattualizzate in una logica di dumping al ribasso e di concorrenza sleale a danno dei lavoratori e delle aziende serie che rispettano le leggi e i contratti. Ovviamente per garantire davvero un lavoro dignitoso occorre ben altro, e la strada è ancora lunga. Anche rispetto ai licenziamenti illegittimi in cui il decreto interviene aumentando l’indennizzo ma rimanendo in una logica di monetizzazione del lavoro.
La Cgil ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare più sottoscritta della storia della Repubblica (a proposito di democrazia diretta): la Carta dei diritti universali del lavoro, che prevede un corredo di diritti fondamentali da garantire a tutti i lavoratori – dal lavoro subordinato alle partite IVA – a prescindere dalla tipologia contrattuale. Senza un vero cambiamento, senza rimettere al centro la persona che lavora, nessuna ripresa economica seria e duratura sarà possibile".
Christian Ferrari, Segretario generale Cgil Veneto
“389 VITTIME”
LA STORIA DI UN ECCIDIO CHE NON RACCONTA DI UNA GUERRA MA DELLA QUOTIDIANITÀ’ LAVORATIVA IN ITALIA.
DA GENNAIO A MAGGIO 2018 SONO 271 I DECESSI RILEVATI IN OCCASIONE DI LAVORO E 118 IN ITINERE.
LA MEDIA E’ DRAMMATICA: 77 INFORTUNI MORTALI AL MESE.
La storia di un eccidio che non racconta di una guerra ma purtroppo della quotidianità nei luoghi di lavoro nel nostro Paese. Sono 389, infatti, le vittime rilevate da gennaio a maggio 2018 in Italia. E sono 271 quelle registrate in occasione di lavoro, mentre 118 quelle in itinere, 26 delle quali sono donne. Un’istantanea che nessuno vorrebbe vedere quella scattata dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre (sulla base dei dati INAIL), perché proietta l’immagine di un’emergenza che non conosce fine. Con una media di mortalità inquietante: 77 vittime al mese, considerando i morti in occasione di lavoro e in itinere.
Ed è ancora la Lombardia ad indossare la maglia nera con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (39 decessi); seguono: l’Emilia Romagna (34), il Veneto (31), il Piemonte (24), la Campania (22), il Lazio (20), la Toscana (16), il Friuli (13), Calabria e Sicilia (11), Basilicata e Liguria (8), Sardegna e Puglia (7), Marche (6), Abruzzo (5), Umbria (4), Molise (3), Trentino Alto Adige (2).
I settori in cui si contano il maggior numero di vittime in occasione di lavoro sono quelli delle Costruzioni (con 43 decessi), quello delle Attività Manifatturiere che, come il settore Trasporto e Magazzinaggio, fa rilevare 37 morti. Nel settore Commercio e Riparazione di autoveicoli e motocicli sono stati rilevati 17 morti sul lavoro.
La maggior parte delle vittime rilevate in occasione di lavoro aveva un’età compresa tra i 55 e i 64 anni.
La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro è Roma (19 decessi). Seguono: Milano (15), Napoli e Torino (12), Udine (10), Bologna (9), Modena (8), Brescia e Treviso (7). Le donne che hanno perso la vita nel 2018 in occasione di lavoro sono state 19. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 45 pari al 16,6% del totale.
Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che il comunicato non solo sia un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.
Sette vittime sul lavoro in 30 giorni, in Regione. Un bilancio tragico per il mese di maggio in Veneto. A raccontare l’emergenza, sulla base degli ultimi dati Inail, è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre. A descrivere le difficoltà, in un ambiente simile a quello in cui ha trovato la morte martedì Alin Shamiul, cittadino 33enne bengalese, operaio della HotelService di Mestre, sono i lavoratori di una lavanderia industriale di Mira.
Filctem Cgil e Femca Cisl chiedono alla Cfm: quali sono i lavoratori contro al sindacato e pro azienda? Quelli che dopo l’incontro con l’azienda hanno siglato un foglio dove hanno dichiarato che il sindacato diffonde a mezzo stampa argomenti non è veritieri? Stiamo parlando di quei lavoratori che da un arretrato di 2 stipendi e mezzo con il nostro intervento si sono quasi allineati con i pagamenti? Oppure da chi pur essendo delegato è stato licenziato dall'azienda, in questi giorni, per motivazioni ancora da accertare nelle sedi opportune? O ancora da quelli che sono venuti nei nostri uffici in questi giorni perché precedentemente usciti dall'azienda e dopo molti mesi aspettano il TFR?
Oppure ancora quei lavoratori che sono restati a casa 6 mesi senza stipendio e senza ammortizzatore sociale per mancati requisiti da parte di un’azienda costituita da un mese e mezzo, a cui non è stata riconosciuta la cassa integrazione, e adesso, sempre dopo i nostri interventi, si sono quasi allineati? Oppure quei dipendenti che da ormai 6 anni vivono continui ritardi sul pagamento degli stipendi e che ci hanno perennemente messi a conoscenza facendoci inviare continui solleciti all’azienda? Insomma, ci chiediamo se i lavoratori siano la parte lesa quando vengono da noi, per diventare pro azienda quando vengono richiamati dalla società.
Se in assemblea con noi alcuni vari lavoratori sono arrivati ad offrirsi per farsi licenziare perché ormai la situazione dei ritardi sugli stipendi era ingestibile, perché ora sono pro azienda? Se con alcuni di loro siamo dovuti intervenire varie volte per reclamare i loro stipendi perché non reggevano e pensavano ad atti estremi perché venivano a chiederci aiuto ?
Leggiamo in questi giorni articoli sul giornale che spiegherebbero le giustificazioni della crisi di CFM Company e del futuro di CFM Ambiente, che hanno portato all'evidenza 2 aspetti non smentiti dalle stesse:
legame tra le 2 società
ritardo dei pagamenti
Dalle loro dichiarazioni ufficiali si capisce che il Signor Strada, socio unico di CFM Company e socio maggioritario di CFM Ambiente, dovrebbe nel tempo assumere un ruolo marginale all'intero di quest'ultima. Pur apprendendo che Strada si defilerà nel tempo da CFM Ambiente, pare essere confermata ad oggi la nostra dichiarazione rispetto la sua rilevante posizione come socio di maggioranza.
Si chiarisce che la gestione del Signor Strada parte nel 2012, ma ricordiamo che è da subito che vi sono stati ritardi sui pagamenti. Ci chiediamo se la discussione debba concentrarsi sul precisare che non sono 9 ma 6 gli anni di pagamenti in ritardo ? O piuttosto se sia il caso di sistemare i pagamenti degli stipendi. I nove anni sono riferiti al passaggio di società comprese spettanze e ritardi ma sei dall’ effettiva costituzione della Company.
Siamo stati additati da CFM Company di aver messo in cattiva luce l'azienda nei confronti delle committenti perché abbiamo evidenziato che CFM Company ha ritardi continui degli stipendi, ma in realtà abbiamo espresso un principio per il quale un lavoratore che presta la sua opera deve essere pagato prima di ogni altra cosa che fra l’altro è dimostrabile e documentabile.
Crediamo che a mettere in cattiva luce l'azienda non sia stato il sindacato che ha espresso un concetto centrale dei rapporti di lavoro tra datore di lavoro e lavoratore, ma piuttosto la stessa CFM Company con il continuo ritardo dei pagamenti.
Come sindacato viviamo quotidianamente situazioni di crisi aziendali, spesso ci troviamo di fronte aziende disperate e lavoratori che non vengono pagati, e pur con grandi difficoltà cerchiamo di gestire le situazioni per far uscire le aziende dall' impasse perchè convinti che noi dobbiamo rappresentare i lavoratori ed evitare i disoccupati.
Ci è stato spiegato che la ricostruzione da noi fatta è parziale e che la situazione nasce da lontano, in particolare dal fallimento della vecchia CFM S.P.A., con un primo acquisto di ramo aziendale e passaggio di 36 lavoratori che ha incontrato difficoltà con la curatela fallimentare con un blocco delle attività che solo dopo mesi è stato risolto con un esborso economico che non ha di certo aiutato l'azienda.
Ricordiamo che questi sono eventi accaduti nel 2012, da allora gli stipendi non hanno mai avuto una regolarità, e pur essendo per noi importante che le aziende vivano per dare lavoro, riteniamo che il rischio di impresa non possa essere scaricato sullo stipendio dei lavoratori.
Le segreterie territoriali
FILCTEM-CGIL FEMCA-CISL
Siamo estremamente colpiti da quanto è avvenuto martedì quando UN LAVORATORE ha perso la vita. Possiamo scrivere qualsiasi parola di commiato e di disappunto, possiamo esprimere qualsiasi tipo di valutazione sulle responsabilità ma in ogni caso è morto UN LAVORATORE. Questo crea una forma di disagio non solo ai colleghi ma anche a tutta una comunità, quella del mondo del lavoro, che negli ultimi mesi sta subendo gravissime ed insensate perdite. Leggendo un po’ le reazioni e le dichiarazioni si fa intendere che c’è stata qualche forma di negligenza da parte del lavoratore, noi questo non possiamo assolutamente accettarlo in quanto possiamo dire chiaramente che se ci fossero una valutazione del rischio, una formazione e preparazione adeguata ma anche un’organizzazione del lavoro specifica forse si riuscirebbe a fare di più. Diciamo forse perché il “rischio zero” non esiste ma può invece esistere la gestione del rischio nella consapevolezza di tutti. Quali sono i limiti che riscontriamo come sindacato? C’è una forte paura da parte dei lavoratori in tutte le aziende di denunciare problemi legati alla sicurezza, possiamo dire che esiste una forma di omertà che è generata dalla precarietà che viene data non solo dai contratti stabili ma soprattutto per la facilità nei licenziamenti e per la libertà che molti imprenditori hanno per ricattare i dipendenti. È ovvio che un periodo di crisi può far assumere a molte lavoratrici e molti lavoratori una posizione in cui è meglio stare zitti piuttosto che perdere il posto di lavoro.
Quindi è inutile fare riflessioni quando queste tragedie accadono e per qualche giorno vengono lette sui giornali e poi ci sono effetti solidaristici che durano per un tempo brevissimo e si ritorna poi alla normalità. Il Veneto detiene purtroppo questo triste record delle morti bianche sul lavoro, e aldilà di qualche tavolo organizzato per intervenire sulla questione oggi si continua a parlare di prosecco, dei mondiali di calcio e delle olimpiadi invernali. Per rendersi conto di come stanno le cose basta prendere la macchina e fare un giro in prossimità della Fincantieri all’ora di pranzo o al mattino presto per toccare con mano questo tipo di disagio. Aldilà di tutte queste riflessioni ora però abbiamo il dovere di dare sostegno legale alla famiglia di questo lavoratore e percorrere tutte le vie necessarie per rendere giustizia senza che vi siano valutazioni superficiali che di solito si scaricano nei confronti del lavoratore. Ci auguriamo che questo non sia solo un dovere del sindacato ma che sia, e soprattutto diventi, una questione di maggior interesse da parte anche delle istituzioni venete e veneziane.
Segreteria FILCTEM CGIL Venezia
Riccardo Colletti
Michele Pettenò
Siamo estremamente colpiti da quanto è avvenuto ieri quando UN LAVORATORE ha perso la vita. Possiamo scrivere qualsiasi parola di commiato e di disappunto, possiamo esprimere qualsiasi tipo di valutazione sulle responsabilità ma in ogni caso è morto UN LAVORATORE. Questo crea una forma di disagio non solo ai colleghi ma anche a tutta una comunità, quella del mondo del lavoro, che negli ultimi mesi sta subendo gravissime ed insensate perdite. Leggendo un po’ le reazioni e le dichiarazioni si fa intendere che c’è stata qualche forma di negligenza da parte del lavoratore, noi questo non possiamo assolutamente accettarlo in quanto possiamo dire chiaramente che se ci fossero una valutazione del rischio, una formazione e preparazione adeguata ma anche un’organizzazione del lavoro specifica forse si riuscirebbe a fare di più. Diciamo forse perché il “rischio zero” non esiste ma può invece esistere la gestione del rischio nella consapevolezza di tutti. Quali sono i limiti che riscontriamo come sindacato? C’è una forte paura da parte dei lavoratori in tutte le aziende di denunciare problemi legati alla sicurezza, possiamo dire che esiste una forma di omertà che è generata dalla precarietà che viene data non solo dai contratti stabili ma soprattutto per la facilità nei licenziamenti e per la libertà che molti imprenditori hanno per ricattare i dipendenti. È ovvio che un periodo di crisi può far assumere a molte lavoratrici e molti lavoratori una posizione in cui è meglio stare zitti piuttosto che perdere il posto di lavoro.
Quindi è inutile fare riflessioni quando queste tragedie accadono e per qualche giorno vengono lette sui giornali e poi ci sono effetti solidaristici che durano per un tempo brevissimo e si ritorna poi alla normalità. Il Veneto detiene purtroppo questo triste record delle morti bianche sul lavoro, e aldilà di qualche tavolo organizzato per intervenire sulla questione oggi si continua a parlare di prosecco, dei mondiali di calcio e delle olimpiadi invernali. Per rendersi conto di come stanno le cose basta prendere la macchina e fare un giro in prossimità della Fincantieri all’ora di pranzo o al mattino presto per toccare con mano questo tipo di disagio. Aldilà di tutte queste riflessioni ora però abbiamo il dovere di dare sostegno legale alla famiglia di questo lavoratore e percorrere tutte le vie necessarie per rendere giustizia senza che vi siano valutazioni superficiali che di solito si scaricano nei confronti del lavoratore. Ci auguriamo che questo non sia solo un dovere del sindacato ma che sia, e soprattutto diventi, una questione di maggior interesse da parte anche delle istituzioni venete e veneziane.
Segreteria FILCTEM CGIL Venezia
Riccardo Colletti
Michele Pettenò
Parliamo Di Lavoro @ParliamoDiLavor
RT @filctemcgil: #Salute e #Sicurezza. #Ccnl #Chimica, @soniapa1970: “Nel nuovo accordo è stato importante introdurre il delegato sicurezza…
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RT @filctemcgil: #GdL2018 #Sicurezza sul #lavoro, @soniapa1970 : “Nel settore #elettrico si verificano sempre più incidenti gravi e, a volt…
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RT @filctemcgil: #Sicurezza sul posto di #lavoro, #Gdl2018 , @soniapa1970 : “Nel #ccnl Unionchimica-Confapi abbiamo rafforzato il ruolo del…
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Qui gli appuntamenti odierni 👇 https://t.co/BEATLHSMAH
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