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Si trova ancora ricoverato in Rianimazione Alessio, il 24enne dipendente di E-distribuzione che martedì mattina è rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro a Mestre, in una laterale di via Esiodo. Per cause ancora al vaglio, il giovane è caduto da un'altezza di 3 o 4 metri mentre si trovava impegnato su una scala, riportando un pesante trauma cranico. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno trasportato il ferito all'Angelo. Servirà ancora del tempo per far luce sull'evoluzione del quadro sanitario.
L'accaduto ha avuto eco tra i rappresentanti dei lavoratori, in un periodo nero dal punto di vista delle tragedie sul lavoro in Veneto: "Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ad Alessio - dichiarano in una nota unitaria Filctem Cigl, Flaei Cisl e Uiltec Uil - Questo non è il momento delle polemiche, tuttavia come organizzazioni sindacali riteniamo anche di dover esprimere un pesante giudizio rispetto alla situazione che si è creata negli ultimi tempi in E-distribuzione: in particolare riteniamo che la strada per la qualità del servizio non possa trascurare la qualità del lavoro".
Secondo le sigle che hanno firmato il documento, l'evento si collocherebbe in un contesto fosco più ampio. "In questi primi mesi sono accaduti ben 5 infortuni in Italia con gravi conseguenze - continua la nota - 2 a lavoratori di imprese e ben 3 a colleghi E-distribuzione. Martedì un giovane lavoratore non è tornato a casa al termine della sua giornata di lavoro, un fatto di gravità sconcertante. Per noi è importante individuare le motivazioni che hanno portato a questo infortunio. I carichi di lavoro e lo stress sono pesanti nel territorio e l’organizzazione del lavoro è frenetica. La riduzione di organico è stata drastica e la formazione è spesso frettolos. La cultura della sicurezza di una grande azienda non cresce in questo modo. Ora basta - concludono - vogliamo che la qualità del lavoro torni al centro dell’organizzazione, prima della qualità del servizio. Proponiamo di fermarci tutti nei luoghi di lavoro per parlare sui temi della sicurezza, dell’organizzazione, dei diritti e dei doveri, di tutto ciò che può aiutarci a non vivere più giornate come martedì".
Il segretario Filctem Cgil, Colletti: "L'ex Pansac di Mira è rientrata in un circolo virtuoso. La crisi sembra lontana, però manca un programma per il Veneziano che sia di lungo respiro"
"Bene la ripresa, l'aumento della produzione e dell'occupazione alla Polimira. Ma l'azienda ora non sta investendo sul futuro". Riccardo Colletti, segretario Filctem Cgil Venezia, dipinge un quadro in chiaro scuro riguardo la situazione in cui versa l'ex Pansac di Mira, azienda produttrice di materiale plastico, incorporata a inizio anno nel gruppo Poligof, controllato quasi completamente da Benetton. "Ha ricominciato a produrre e riassumere lavoratori, dopo la pesante crisi che l'aveva colpita negli anni scorsi. Però ora si pensi al futuro", continua Colletti.
"C'è scarso interesse per le professionalità presenti in azienda -continua il sindacalista - al punto che molti lavoratori specializzati lasciano il gruppo e vanno a lavorare altrove, attirati da migliori prospettive occupazionali e di guadagno, che altre società propongono loro. Perché questo accade?", si chiede il segretario Filctem, "al di là del normale turn over, come mai non scattano delle contromisure per bloccare la fuoriuscita di addetti preparati e con esperienza dall'azienda?".
"La preoccupazione aumenta - dice ancora Colletti - quando vediamo che questi professionisti vengono sostituiti da lavoratori interinali con contratto a termine. Spesso le procedure di realizzazione dei prodotti in ambienti sterili, richiedono attenzione e precisione, comportamenti che si apprendono nel tempo e attraverso l'esperienza. Un elevato tasso di sostituzione della manodopera non può che farci pensare a un abbassamento della qualità. E questo, con quali conseguenze nel lungo periodo per il gruppo?", si chiede Colletti.
Macchinari all'estero
C'è poi la questione delle macchine che vengono spostate verso India e Russia, spiega il sindacalista. "Abbiamo sempre accolto con favore le occasioni di sviluppo che per una società possono arrivare dall'estero, sia in termini di formazione delle risorse umane, sia in termini di crescita. Comprendiamo però che se vi è una lenta e costante uscita di macchinari dalla sede di Mira, verso altri paesi, forse i piani non riguardano il territorio. Chiediamo di comprendere e venire a conoscenza dei programmi dell'azienda, una ditta così importante, che si è saputa riprendere, superare le criticità generando benessere. E che pensiano abbia ancora molto da offrire nel Veneziano", conclude il segretario Filctem Cgil.
Perde l'equilibrio per cause ancora al vaglio e impatta a terra, riportando un pesante trauma cranico. C'è preoccupazione per le condizioni di un giovane operaio che martedì mattina è caduto mentre stava lavorando a un'altezza tra i 3 e i 4 metri in una laterale di via Esiodo, zona Bissuola a Mestre. Martedì pomeriggio si trovava ancora in prognosi riservata: serviva attendere ancora per capire l'evoluzione del quadro clinico del giovane, che ha 25 anni circa.
Il lavoratore stava operando all'esterno quando, verso le 11, non è più riuscito a rimanere sulla scala ed è caduto di sotto. A lanciare l'allarme sarebbero stati alcuni residenti, che hanno chiesto l'intervento del 118. Sul posto i sanitari sono intervenuti con un'ambulanza e un'automedica: la situazione fin da subito è apparsa preoccupante. Dopo i primi accertamenti sul posto, il giovane è stato trasferito subito d'urgenza al pronto soccorso dell'Angelo, dove sarebbe poi stato trasferito in Rianimazione. La speranza è che l'emergenza possa rientrare con il passare delle ore. Informati anche gli operatori dello Spisal dell'Ulss 3, che cercheranno di far luce sulla dinamica che ha portato poi alla caduta dell'operaio.
La Solvay mercoledì sera ha comunicato ai delegati che il sito di Porto Marghera sarà venduto all’azienda Fluorsid di Assemini, a Cagliari. Apprendiamo con molta preoccupazione e stupore la notizia. Prima di tutto perché il sito di Venezia non è mai stato messo in discussione in questi anni, ma anzi, è sempre stato considerato dalla Solvay una produzione strategica per gli equilibri produttivi del gruppo. In seconda battuta perché la cessione di questi impianti mette in seria discussione la continuità produttiva e quindi il futuro del sito. Al di là delle rassicurazioni di forma c’è da capire quali siano le reali motivazioni per cui Solvay si libera di Porto Marghera, e quali sono le eventuali garanzie di continuità produttive da parte dell’acquirente nuovo.
Dopo le recenti esperienze fallimentari che i lavoratori del petrolchimico hanno subito attraverso chiusure, finte acquisizioni e speculazioni immobiliari, operazione al limite della legalità, la Filctem Cgil di Venezia non può che criticare fortemente questa decisione. La di lasciare Porto Marghera arriva a valle delle decisioni del governo di inserire il sito nell’area di crisi complessa che dovrebbe facilitare l’arrivo e il reinsediamento delle produzioni esistenti. La vendita (svendita?) di pezzi del petrolchimico ad aziende di cui non conosciamo le strategie industriali e il peso economico, mette in forte discussione qualsiasi progetto di rilancio.
Il sindacato promettere battaglia su ogni punto di discussione. Restando in prima linea insieme ai lavoratori fino a quando non avrà le necessarie garanzie di rilancio produttivo e occupazionali. Giovedì mattina i lavoratori del sito si sono riuniti in assemblea con i rappresentanti sindacali per discutere delle poche notizie ufficiali trapelate dalla Solvay sul pre-accordo di vendita e a dimostrazione della loro preoccupazione è stato deciso di indire sin da subito lo stato di agitazione da programmare nei prossimi giorni.
Già in passato gli addetti Solvay del veneziano hanno subito un forte ridimensionamento dimezzando produzioni e forza lavoro. Oggi ricordiamo che l’impatto occupazionale riguarda 70 lavoratori dipendenti diretti e altrettanti dell’indotto. La Solvay non è nuova a queste ‘sorprese’ a dimostrazione di relazioni industriali ai minimi termini senza alcun rispetto per la dignità dei lavoratori e della democrazia nei luoghi produttivi.
Davide Camuccio
Filctem Cgil Venezia
"Pronto piano di riparto - racconta Nicoletta Zago, ex dipendente della sede di Porto Marghera - che il curatore fallimentare, l'avvocato Pizzigati, ha predisposto per liquidare le somme dovute agli addetti, circa 200 persone, fra operai e impiegati, in tutto il territorio italiano". Si parla di svariate migliaia di euro, incluse mensilità, almeno 6 per ciascuno, arretrate di stipendio. Dopo 4 anni qualcosa inizia a muoversi. 15 giorni di tempo al massimo per eventuali contestazioni, in caso di non corrispondenza delle somme e poi "si dovrebbe poter tirare un sospiro di sollievo. Il sindacato Filctem Cgil di Venezia non ha mai mollato la presa e ci è sempre rimasto accanto", conclude Nicoletta. Queste le prime risposte per gli ex dipendenti rimasti senza occupazione, senza mobilità, e molti di loro senza lavoro.
MODA, CONTRATTI “PIRATA”, FILCTEM CGIL: “CHI APPLICA E FA APPLICARE I CONTRATTI PIRATA È COMPLICE DELLO SVILIMENTO INDISCRIMINATO DEI DIRITTI, DEI SALARI E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI”
Sonia Paoloni Filctem Cgil
“Chi applica e fa applicare i contratti pirata è complice dello svilimento indiscriminato dei diritti, dei salari e della sicurezza dei lavoratori. Oltre a fare dumping e concorrenza sleale alle aziende che applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalla OO.SS. maggiormente rappresentative sul territorio nazionale”: lo dice Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil, a proposito di alcune recenti affermazioni del rappresentante dell’organizzazione datoriale Laif, Carmine Traversa, su un importante quotidiano nazionale.
“La delocalizzazione è la grande minaccia – prosegue Paoloni -, lo spauracchio usato da importanti marchi, dalle griffe della moda e non solo, per giustificare un operato ai limiti della legalità. Ma chi delocalizza lo fa a prescindere da un mero risparmio, queste sono scelte aziendali mirate al massimo profitto che non tengono conto dell'eticità delle produzioni, della loro qualità e del valore sociale del lavoro dignitoso”.
“Al contrario – conclude la sindacalista -, il rinnovo del CCNL artigianato tessile e chimico accorpato del 14 dicembre scorso ha segnato un decisivo passo in avanti alla lotta allo sfruttamento della filiera produttiva. L'Avviso comune e il Protocollo sulla Legalità, sottoscritti con le controparti artigiane, CNA, CONFARTIGIANATO, CLAAI E CASARTIGIANI, inviati al MIUR, MISE e MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO hanno stabilito la responsabilità in solido del committente nel lavoro in conto terzi e sub-fornitura e hanno, inoltre, allargato i criteri di applicazione della Legge sugli appalti anche nei casi di pluricommittenza e stabilito il valore morale ed etico della tracciabilità dei prodotti per un consumo consapevole. Sono queste le azioni di sistema per tutelare i lavoratori e il lavoro e non certo la stipula di contratti di lavoro al massimo ribasso”.
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Sono passati ormai due anni dalla scomparsa del nostro caro amico e compagno Bruno Filippini.
La FILCTEM CGIL di Venezia continua a ricordarlo come un compagno che ha fatto vivere momenti indimenticabili e di valore inestimabile a chi, come molti di noi, si stava affacciando in un mondo così complesso come quello del sindacato, trasmettendo valori ed insegnamenti che difficilmente ci abbandoneranno.
Bruno ci ha fatti crescere lasciando dentro ognuno di noi un pezzo di sé stesso, è sempre stato per noi una spalla e ci ha sempre dato consigli, senza mai togliere autonomia di pensiero, per affrontare, con responsabilità, le grandi vertenze che abbiamo vissuto in questi ultimi anni.
Con le sue qualità e con i suoi consigli Bruno ci ha fatto capire quanto grande è la nostra organizzazione e come viverla.
Sono molti i valori che abbiamo assimilato standogli vicino, valori che ci accompagneranno per il resto della nostra vita, non solo sindacale.
Bruno è la storia del nostro Sindacato e del Petrolchimico di Porto Marghera e l’ha vissuta con grande responsabilità nei momenti più bui contro il terrorismo e quando il sindacato non aveva grandi radici all’interno delle grandi aziende.
Bruno diceva spesso: “Quando i lavoratori sono con te e condividono le scelte, nessuno può mettere in discussione quello che stai facendo”. Non è una frase banale, ma è un modo di rappresentare con forza, passione e determinazione i più deboli, quelli che subiscono ingiustizie, la parte della società che è sempre stata messa in discussione da chi ha un potere più alto.
Sei sempre con noi compagno!
La segreteria FILCTEM CGIL di Venezia
Mestre, 26 settembre 2019
Abbiamo appreso con sgomento ed incredulità la notizia della prematura ed improvvisa scomparsa della compagna Lucia Berto.
Lucia è stata segretaria generale della FILCEA Venezia, segretaria della CGIL di Padova e dal 2017 faceva parte della segreteria dello SPI Cgil di Padova.
Compagna storica e persona speciale, sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, dei lavoratori e delle lavoratrici.
La ricordiamo per il suo indiscusso impegno e professionalità alla guida della FILCEA di Venezia in un periodo politico-sindacale difficile e caratterizzato da profonde
trasformazioni del sito produttivo di Venezia.
Ricordiamo la sua umanità nel confrontarsi con le lavoratrici, i lavoratori e i propri collaboratori avendo sempre un momento di ascolto per ognuno di noi.
La FILCTEM CGIL di Venezia esprime il proprio cordoglio alla figlia Marina e alla famiglia
e ai compagni dello SPI CGIL di Padova.
La segreteria FILCTEM CGIL di Venezia