Vetrina HomePage - Raccolta capannone Petrolchimico
Voglio ringraziare tutti per l’impegno e la partecipazione al nostro convegno “Bonifiche, recupero urbano e territorio – un’opportunità per nuovo sviluppo” tenutosi ieri, giovedì 3 marzo 2018, presso la sede della Città Metropolitana di Venezia. È stata importante questa iniziativa per molti motivi soprattutto quello di mettere in campo idee, innovazioni ma anche la poca disponibilità che abbiamo a continuare su un terreno che per molti anni non ha dato risposte alle chiusure aziendali, alle questioni ambientali che da molto tempo stiamo cercando di sollecitare.
L’idea di riqualificazione delle aree mettendo al centro la necessità prioritaria delle bonifiche è l’unica via per riuscire seriamente a ricreare una nuova industria, ma anche, allo stesso tempo, nuovi modelli organizzativi dove la partecipazione sia non solo quella del sindacato, ma di tutti i soggetti della collettività, istituzioni in primis. È finito il momento di assistere alle sterili dichiarazioni, è finito il momento degli accordi sottoscritti e mai rispettati, è finito il momento dello scarica barile sulle responsabilità. È arrivato il tempo che le aziende si assumano assieme a tutti noi la responsabilità di reinvestire e ricreare una nuova industria, nuovo lavoro, nuova occupazione.
Credo che in questo senso il convegno abbia ottenuto questo scopo, non abbiamo fatto la solita lista della spesa ma abbiamo promosso e soprattutto creato alcuni spazi di intervento importanti. Su questo però è evidente che questa iniziativa dev’essere amplificata ed estesa anche in altre realtà, questo ci permetterebbe di fare un’analisi completa su tutto il territorio nazionale in quanto le bonifiche dei siti e il rilancio industriale e manifatturiero, e il mantenimento delle attività che oggi già esistono devono essere un tema di carattere nazionale che va posto in maniera molto chiara al Governo e ai Ministeri competenti.
Purtroppo abbiamo una grave carenza in quanto non esiste nessun progetto industriale in questo Paese, non esiste un piano energetico in grado di tutelare i patrimoni industriali e delle imprese e come abbiamo assistito in questa campagna elettorale questi temi dai gruppi politici non sono stati minimamente toccati. L’economia di un Paese deve tenere conto dell’importanza delle industrie e delle proprie attività mettendo in campo tutte quelle iniziative che servono ad elevare e qualificare chi produce realmente economia. A poco servono gli individualismi politici che abbiamo visto in questi giorni, non è con il reddito di cittadinanza o con altre simili soluzioni che si può tenere in piedi un paese. C’è bisogno di creare lavoro onesto, lavoro dignitoso per dare prospettive ai giovani, ai disoccupati e a chi oggi vive con precarietà la propria situazione lavorativa.Per questo voglio ringraziarvi non solo per la vostra presenza ma anche per come vi siete spesi per far sì che questo convegno riuscisse bene come è avvenuto.
Il segretario della Filctem Cgil Venezia,
Riccardo Colletti
“Nell’era dell’innovazione digitale siamo qui a dover parlare di sicurezza sul lavoro", scrive Cgil, preparando le iniziative per la festa del primo maggio in tutta Italia, assieme a Cisl e a Uil. Un posto di rilievo non poteva non essere assegnato quest'anno al tema della sicurezza, degli incidenti, degli infortuni, dei controlli, della formazione e della legalità. E in questa giornata clou per i sindacati, le sigle scenderanno in piazza in tutto il Paese con dibattiti, interventi, iniziative, ma anche festa e musica, come da tradizione, nelle principali piazze. A Mestre, dalle 10, piazza Ferretto, allestita con i gazebo dei sindacati, sarà pronta ad accogliere i lavoratori per dibattiti, scambi, racconti di esperienze, interventi e il concerto dei B-Wops, alle 11.
'Sicurezza: cuore del lavoro' sarà il filo conduttore delle iniziative della Cgil di martedì anche a Mira, che dalle 9.30 vedrà alternarsi sul palco il saluto e l'intervento di noti sindacalisti, tra cui il segretario della Camera Metropolitana del Lavoro, Enrico Piron, e la segretaria dello Spi Cgil Venezia, Angiola Tiboni.
Partiamo dall’inizio. Punto di partenza e condizione di ogni scenario industriale e produttivo futuri, per noi, Filctem Cgil, ha un nome e un significato: bonifiche.
Ci lavoriamo da tempo. I siti a livello nazionale, ma anche internazionale, ci hanno impegnato in osservazioni, letture, raccolte di informazioni, e studi, al fine di creare percorsi fattibili e compatibili, con la salute e la sicurezza, di riutilizzazione dei terreni inquinati. Per restituirli ad un’industria moderna e al passo con i tempi.
A Porto Marghera, in questi anni, cercando di lavorare fianco a fianco delle istituzioni, abbiamo assistito a molti accordi che non hanno avuto l’esito sperato. Si è parlato di sburocratizzazione, specie con la Regione, al fine di dare vita alle opere necessarie per la riqualificazione dei terreni. Ma gli anni sono passati e gli esiti non sono arrivati.
Si è sempre lavorato senza una programmazione generale e obiettivi specifici sui singoli step da portare avanti e monitorare, insomma, con poche strategie. Specchio di quello che è accaduto anche a livello nazionale, con l’assenza di politiche industriali, energetiche, ecc. Possiamo senz’altro affermare che il risultato di questo modo di condurre le cose, in merito alle bonifiche a Porto Marghera, abbia portato, da poco, all’ultimo degli esiti fallimentari: la bocciatura del nostro come sito per l’avvio della sperimentazione sulla fusione nucleare.
Questo è anche cartina tornasole di quanto si sta costruendo attraverso Invitalia, l’agenzia per l’attrazione degli investimenti sull’area di crisi. Abbiamo sempre ripetuto che senza bonifiche difficilmente un’impresa, per quanto ci siano state manifestazioni d’interesse, decide di accollarsi costi e responsabilità del risanamento dei terreni. Perché pretenderlo? Perché decidere di sopportare un onere in più, come se non ce ne fossero già abbastanza a pesare, nel nostro Paese, sull’avvio di un’attività?
Quindi le bonifiche sono il punto di partenza. Per ricominciare davvero occorre partire dalle bonifiche. E pensare che ci sono invece molti punti a favore, nel nostro territorio ad esempio, all’innesto di attività produttive. Funzionano infrastrutture, collegamenti, la logistica, la struttura d’impresa, spesso organizzata in distretto, le filiere sfruttabili e che hanno fatto di questo nostro territorio uno dei più importanti siti industriali europei.
E allora come non interessarsene, come non appassionarsi a un tema tanto dibattuto quanto controverso, come le bonifiche? La nostra iniziativa, il 3 maggio, parte da questa consapevolezza. Per poi sviluppare l’argomento grazie ai molti punti di vista, agli studi e ai contributi degli esperti che interverranno, in questa speciale e irripetibile occasione per Porto Marghera. Partiamo da qui, da Marghera, e iniziamo, ad esempio, proprio da quei 107 ettari dati da Eni a Comune e Regione, con i fondi per la realizzazione delle bonifiche, che ancora, dal 2012-2014, non hanno visto la luce.
Le aree messe a disposizione da parte di Eni devono diventare un vero terreno di sperimentazione industriale e altamente innovativo, per fare questo è evidente che un progetto di simili proporzioni non può essere gestito da pochi intimi amici ma c’è invece la necessità di impegnare le aziende esistenti, per noi questo diventa un vero atto di responsabilità che deve essere gestito con competenze e con una vera volontà che ci porti ad avere nuove opportunità industriali e manifatturiere.
Questo nostro convegno non ha scopi politici. Si vuole andare al di là delle semplici discussioni. Intendiamo spingerci fino a formulare progetti concreti, piani di lavoro, proposte, percorsi, e loro implicazioni, economici e tecnici. Al seminario saranno presenti i responsabili di tutti i territori italiani, per un’opportunità, crediamo, irripetibile di confronto e scambio.
Dal ’98 in poi, in questo nostro territorio, con difficoltà, abbiamo portato avanti un cammino sul risanamento dei terreni, per questo abbiamo la pretesa di dire che esistono qui alcuni buoni spunti da cui partire, rispetto ad altri siti.
Ma abbiamo bisogno di un salto di qualità, di obiettivi chiari, di priorità e percorsi. Abbiamo bisogno delle istituzioni, ma non solo perché ci vengano a ricordare, a ogni occasione, l’autonomia, se poi a fronte di queste dichiarazioni non si è in grado di mettere a fuoco i veri problemi e le necessità di questo territorio. A partire dalla sperimentazione di nuove forme di bonifica che coinvolgano, utilizzando fondi statali e europei, università e centri di ricerca, per aprire un filone importante come base concreta di sperimentazione, non solo a Venezia, ma anche negli altri siti.
Il 3 maggio prossimo rappresenta un’occasione importante per le bonifiche. Forniremo materiale e dati, affinché la discussione posso essere portata ai massimi livelli conoscitivi, e il discorso, come detto, si sposti sui fatti concreti, sul fare, più che sullo sterile dibattere.
Riccardo Colletti
Filctem Cgil Venezia
Tutti i dettagli nel volantino allegato
Grazie per l'attenzione e la diffusione
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Sono stati superati abbondantemente i 15 giorni che avevamo deciso sul tavolo aziendale nell’ultimo incontro. L’azienda doveva trovare alcune soluzioni per risolvere le questioni legate all’armonizzazione contrattuale sul passaggio dal contratto chimico al contratto energia-petrolio. Purtroppo dobbiamo constatare che Syndial non ha alcuna intenzione di risolvere le carenze economiche che abbiamo ampiamente dimostrato, e che hanno visto i lavoratori di Syndial perdere considerevoli quote economiche, a partire dal premio presenza che ci è stato detto che è nella RAL ma questo non è avvenuto per nessun lavoratore.
Nelle ultime ore l’azienda ha presentato uno pseudo accordo che, oltre a non risolvere le questioni poste, ci rinvia ad un prossimo incontro nazionale per trovare le soluzioni possibili, cosa che avevamo già previsto nell’ultimo incontro dove si dava mandato ai territori di trovare appunto soluzioni per superare questo problema. Questo rimpallo da parte di Syndial è incomprensibile, ma soprattutto dimostra quanto scarsamente questa azienda è interessata ai propri settori produttivi, tendendo anzi a privilegiare i propri centri direttivi senza tenere conto che questa idea di unificazione di orari e di modalità operativa è inapplicabile per una realtà come Porto Marghera dove le maestranze sono per il 90% chiamate a svolgere attività in trasferta.
Non abbiamo mai assistito a delle relazioni sindacali e industriali incomprensibili come in questi ultimi anni. Tutto ciò dimostra che se è questo l’atteggiamento di Syndial, potrebbe essere che in tutti gli ambiti di ENI ci sia un adeguamento che non possiamo assolutamente accettare. Nei tavoli territoriali, addirittura, chi abbiamo di fronte non ha nessuna autonomia per poter decidere e per poter trovare soluzioni anche su piccole questioni. Syndial non è una piccola realtà industriale, queste cose sarebbero quasi una normalità che affrontiamo troppo spesso nelle aziende con pochi dipendenti.
Anche le ultime questioni legate alle decisioni di assumere un percorso relativo all’applicazione dello Smart-Working, strumento che riteniamo utile, e che da anni stiamo chiedendo che venga concesso per un dipendente che ha le caratteristiche per accedere a tale strumento, le stanno gestendo in maniera autoritaria e unilaterale senza minimamente pensare se i colleghi hanno la necessità reale di usufruirne, ma anzi la vogliono far passare come una scelta obbligatoria, e senza un confronto con le RSU.
Per questi motivi riteniamo sia l’ennesima presa in giro ritornare al tavolo contrattuale Nazionale a Roma in quanto è da mesi che questa cosa sta andando avanti, pertanto abbiamo deciso di sospendere qualsiasi relazione sindacale, e nei prossimi giorni comunicheremo le forme di sciopero che intenderemo adottare con un presidio informativo all’ingresso principale del Petrolchimico portineria 9, con il blocco dello straordinario e dell’ impianto TAF e il rientro dei lavoratori in trasferta nei relativi cantieri di bonifica.
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