Vetrina HomePage - Raccolta capannone Petrolchimico
"Si chiede l'aiuto dello Stato, ma non si chiede la responsabilità di chi ha portato via i soldi, che c'erano - dice il segretario dei Chimici, Riccardo Colletti -. Se i soldi sono stati portati via, chiediamo che si faccia chiarezza sui milioni di euro che erano stati stanziati. Se non c'è la bonifica un imprenditore qualsiasi non si prende la responsabilità di acquistare un terreno con il rischio di accollarsi i soldi del risanamento. La domanda è - continua - come prendiamo in mano la situazione per il prossimo futuro? Non possiamo tollerare inutili giochini strategici per speculare su quelle aree, e non possiamo permetterci che un domani qualcuno ci venga a spiegare che 'abbiamo fatto tutto, tra l'area di crisi e partecipato alle gare e nessuno si è presentato'. Non possiamo rischiare che ci dicano che 'alla fine possiamo solo pensare a fare turismo e navi da crociera'. Non è così che si gestisce un territorio". La ricetta, secondo Colletti, deve essere concertata: "Basta cartelli pubblicitari dove sindaco e altri dicono che siamo bravissimi - conclude il sindacalista - si sottolinea la sinergia con la Regione, ma poi ti accorgi che queste sinergie non ci portano da nessuna parte rispetto ad altri territori che programmano da tempo. Oggi non sappiamo chi fa parte della cabina di regia tanto decantata con il ministro dell'Ambiente. Chi ne fa parte, inoltre, quali compiti ha? Questo si chiarisce solo quando ci si siede a un tavolo e si comincia a stabilire cosa bisogna fare una volta concluse le bonifiche, a quel punto avremo un territorio già strutturato che avrà le possibilità di competere con qualsiasi altra realtà".
Venezia è la terza tappa, dopo Firenze e Napoli, del viaggio nell'artigianato della Filctem Cgil. La sigla sindacale ha da tempo inglobato la tutela del lavoro nei settori tessile e della moda. Il distretto della calzatura del Veneziano è al centro del dibattito organizzato venerdì, al Vega, dalle 10, che darà modo, grazie alla partecipazione di esperti del settore a livello nazionale, e locale, di scambiare informazioni, esperienze e conoscenze, valutando lo stato dell'arte nel comparto e diffondendo buone pratiche.
Un passo verso la tutela delle professionalità e del made in Italy. Ma come si è arrivati alla sua realizzazione? A rispondere saranno Andrea Saviane, segretario regionale Federazione moda Confartigianato Imprese Veneto, Tiziano De Toffol, dell'occhialeria Mati Rosso, Sonia Paoloni, della Filctem Cgil nazionale e Maristella Viola, Filctem Cgil regionale.
Sul percorso normativo, comprese le criticità territoriali, introdurrà Enrico Piron, segretario della Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia, e interverrà, parlando di lavoro, Riccardo Colletti, Filctem Cgil Venezia. "Spesso moda e calzature vengono trattate come produzioni periferiche dell'economia territoriale e nazionale - scrive Colletti -. Ma si commette un errore a pensare che le mansioni impiegate siano scarsamente specializzate e che il valore aggiunto non sia importante. Queste piccole, a volte piccolissime, unità produttive coltivano e custodiscono saperi e segreti che fanno grande il made in Italy nel mondo e hanno portato i prodotti locali ovunque. Occorre una tutela specifica. Servono nuove formule normative che accrescano la capacità delle imprese di stare nel mondo e competere".
A questo punto il dibattito diverrà vivace e coinvolgente. Scalderanno i motori in un brillante botta e risposta: Emilio Miceli, segretario nazionale Filctem Cgil, Antonio Baldi, Confindustria Venezia, Pier Giorgio Silvestrin, portavoce del Tavolo Veneto della moda, Fabio Pietrella, presidente nazionale Confartigianato moda, e Roberta Alessandri, della presidenza nazionale Cna Federmoda. Un buffet concluderà i lavori.
Si trova ancora ricoverato in Rianimazione Alessio, il 24enne dipendente di E-distribuzione che martedì mattina è rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro a Mestre, in una laterale di via Esiodo. Per cause ancora al vaglio, il giovane è caduto da un'altezza di 3 o 4 metri mentre si trovava impegnato su una scala, riportando un pesante trauma cranico. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno trasportato il ferito all'Angelo. Servirà ancora del tempo per far luce sull'evoluzione del quadro sanitario.
L'accaduto ha avuto eco tra i rappresentanti dei lavoratori, in un periodo nero dal punto di vista delle tragedie sul lavoro in Veneto: "Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ad Alessio - dichiarano in una nota unitaria Filctem Cigl, Flaei Cisl e Uiltec Uil - Questo non è il momento delle polemiche, tuttavia come organizzazioni sindacali riteniamo anche di dover esprimere un pesante giudizio rispetto alla situazione che si è creata negli ultimi tempi in E-distribuzione: in particolare riteniamo che la strada per la qualità del servizio non possa trascurare la qualità del lavoro".
Secondo le sigle che hanno firmato il documento, l'evento si collocherebbe in un contesto fosco più ampio. "In questi primi mesi sono accaduti ben 5 infortuni in Italia con gravi conseguenze - continua la nota - 2 a lavoratori di imprese e ben 3 a colleghi E-distribuzione. Martedì un giovane lavoratore non è tornato a casa al termine della sua giornata di lavoro, un fatto di gravità sconcertante. Per noi è importante individuare le motivazioni che hanno portato a questo infortunio. I carichi di lavoro e lo stress sono pesanti nel territorio e l’organizzazione del lavoro è frenetica. La riduzione di organico è stata drastica e la formazione è spesso frettolos. La cultura della sicurezza di una grande azienda non cresce in questo modo. Ora basta - concludono - vogliamo che la qualità del lavoro torni al centro dell’organizzazione, prima della qualità del servizio. Proponiamo di fermarci tutti nei luoghi di lavoro per parlare sui temi della sicurezza, dell’organizzazione, dei diritti e dei doveri, di tutto ciò che può aiutarci a non vivere più giornate come martedì".
Il segretario Filctem Cgil, Colletti: "L'ex Pansac di Mira è rientrata in un circolo virtuoso. La crisi sembra lontana, però manca un programma per il Veneziano che sia di lungo respiro"
"Bene la ripresa, l'aumento della produzione e dell'occupazione alla Polimira. Ma l'azienda ora non sta investendo sul futuro". Riccardo Colletti, segretario Filctem Cgil Venezia, dipinge un quadro in chiaro scuro riguardo la situazione in cui versa l'ex Pansac di Mira, azienda produttrice di materiale plastico, incorporata a inizio anno nel gruppo Poligof, controllato quasi completamente da Benetton. "Ha ricominciato a produrre e riassumere lavoratori, dopo la pesante crisi che l'aveva colpita negli anni scorsi. Però ora si pensi al futuro", continua Colletti.
"C'è scarso interesse per le professionalità presenti in azienda -continua il sindacalista - al punto che molti lavoratori specializzati lasciano il gruppo e vanno a lavorare altrove, attirati da migliori prospettive occupazionali e di guadagno, che altre società propongono loro. Perché questo accade?", si chiede il segretario Filctem, "al di là del normale turn over, come mai non scattano delle contromisure per bloccare la fuoriuscita di addetti preparati e con esperienza dall'azienda?".
"La preoccupazione aumenta - dice ancora Colletti - quando vediamo che questi professionisti vengono sostituiti da lavoratori interinali con contratto a termine. Spesso le procedure di realizzazione dei prodotti in ambienti sterili, richiedono attenzione e precisione, comportamenti che si apprendono nel tempo e attraverso l'esperienza. Un elevato tasso di sostituzione della manodopera non può che farci pensare a un abbassamento della qualità. E questo, con quali conseguenze nel lungo periodo per il gruppo?", si chiede Colletti.
Macchinari all'estero
C'è poi la questione delle macchine che vengono spostate verso India e Russia, spiega il sindacalista. "Abbiamo sempre accolto con favore le occasioni di sviluppo che per una società possono arrivare dall'estero, sia in termini di formazione delle risorse umane, sia in termini di crescita. Comprendiamo però che se vi è una lenta e costante uscita di macchinari dalla sede di Mira, verso altri paesi, forse i piani non riguardano il territorio. Chiediamo di comprendere e venire a conoscenza dei programmi dell'azienda, una ditta così importante, che si è saputa riprendere, superare le criticità generando benessere. E che pensiano abbia ancora molto da offrire nel Veneziano", conclude il segretario Filctem Cgil.
Perde l'equilibrio per cause ancora al vaglio e impatta a terra, riportando un pesante trauma cranico. C'è preoccupazione per le condizioni di un giovane operaio che martedì mattina è caduto mentre stava lavorando a un'altezza tra i 3 e i 4 metri in una laterale di via Esiodo, zona Bissuola a Mestre. Martedì pomeriggio si trovava ancora in prognosi riservata: serviva attendere ancora per capire l'evoluzione del quadro clinico del giovane, che ha 25 anni circa.
Il lavoratore stava operando all'esterno quando, verso le 11, non è più riuscito a rimanere sulla scala ed è caduto di sotto. A lanciare l'allarme sarebbero stati alcuni residenti, che hanno chiesto l'intervento del 118. Sul posto i sanitari sono intervenuti con un'ambulanza e un'automedica: la situazione fin da subito è apparsa preoccupante. Dopo i primi accertamenti sul posto, il giovane è stato trasferito subito d'urgenza al pronto soccorso dell'Angelo, dove sarebbe poi stato trasferito in Rianimazione. La speranza è che l'emergenza possa rientrare con il passare delle ore. Informati anche gli operatori dello Spisal dell'Ulss 3, che cercheranno di far luce sulla dinamica che ha portato poi alla caduta dell'operaio.
La Solvay mercoledì sera ha comunicato ai delegati che il sito di Porto Marghera sarà venduto all’azienda Fluorsid di Assemini, a Cagliari. Apprendiamo con molta preoccupazione e stupore la notizia. Prima di tutto perché il sito di Venezia non è mai stato messo in discussione in questi anni, ma anzi, è sempre stato considerato dalla Solvay una produzione strategica per gli equilibri produttivi del gruppo. In seconda battuta perché la cessione di questi impianti mette in seria discussione la continuità produttiva e quindi il futuro del sito. Al di là delle rassicurazioni di forma c’è da capire quali siano le reali motivazioni per cui Solvay si libera di Porto Marghera, e quali sono le eventuali garanzie di continuità produttive da parte dell’acquirente nuovo.
Dopo le recenti esperienze fallimentari che i lavoratori del petrolchimico hanno subito attraverso chiusure, finte acquisizioni e speculazioni immobiliari, operazione al limite della legalità, la Filctem Cgil di Venezia non può che criticare fortemente questa decisione. La di lasciare Porto Marghera arriva a valle delle decisioni del governo di inserire il sito nell’area di crisi complessa che dovrebbe facilitare l’arrivo e il reinsediamento delle produzioni esistenti. La vendita (svendita?) di pezzi del petrolchimico ad aziende di cui non conosciamo le strategie industriali e il peso economico, mette in forte discussione qualsiasi progetto di rilancio.
Il sindacato promettere battaglia su ogni punto di discussione. Restando in prima linea insieme ai lavoratori fino a quando non avrà le necessarie garanzie di rilancio produttivo e occupazionali. Giovedì mattina i lavoratori del sito si sono riuniti in assemblea con i rappresentanti sindacali per discutere delle poche notizie ufficiali trapelate dalla Solvay sul pre-accordo di vendita e a dimostrazione della loro preoccupazione è stato deciso di indire sin da subito lo stato di agitazione da programmare nei prossimi giorni.
Già in passato gli addetti Solvay del veneziano hanno subito un forte ridimensionamento dimezzando produzioni e forza lavoro. Oggi ricordiamo che l’impatto occupazionale riguarda 70 lavoratori dipendenti diretti e altrettanti dell’indotto. La Solvay non è nuova a queste ‘sorprese’ a dimostrazione di relazioni industriali ai minimi termini senza alcun rispetto per la dignità dei lavoratori e della democrazia nei luoghi produttivi.
Davide Camuccio
Filctem Cgil Venezia
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